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UN MILIONE E MEZZO DI ITALIANI CERCA CASA CON PIU' SPAZI E SERVIZI

Dopo il lockdown dovuto al covid-19 molti gli italiani vogliono cambiare vita. Ecco come...

10/08/2020

Un milione e mezzo di famiglie cerca una casa con più spazi e

Servizi

 

Il lockdown ha aumentato la voglia degli italiani di cambiare casa, già l’ultimo trimestre del 2020 potrebbe dar luogo a un inatteso rimbalzo delle attività, sia come compravendite sia come affitti.

È uno dei dati più rilevanti che emerge dall’ultima edizione di CasaDoxa, l’osservatorio sul

rapporto tra italiani e mattone. Il numero di nuclei che afferma di voler cambiare casa è infatti al 12%, cinque punti in più rispetto alle due edizioni precedenti (2018 e 2019) in

cui la quota era rimasta costante al 7 per cento. Di questi, il 30% punta all’affitto mentre il

70% è propenso all’acquisto.

 

Un dato che conferma la lettura fornita da numerose fonti sui “cento giorni” di clausura causa

Covid che ci lasciamo alle spalle, e cioè che sia stato un periodo in cui abbiamo fatto i conti con

la reale vivibilità degli spazi domestici, trovandoli spesso inadeguati.

Un’analisi “forzata”

ovviamente dalla chiusura delle scuole e dal forte ricorso allo smart working, che secondo

un'indagine avrebbe coinvolto addirittura 8 milioni di lavoratori.

Il cambiamento era già in atto, ma questo periodo ha agito da forte acceleratore. Eravamo

abituati a una fruizione separata della casa, perché nel corso della giornata si alternavano al

suo interno persone diverse e solo la sera si ritrovavano tutti i componenti della famiglia. Ora

la casa è, per così dire, simultanea, e ci costringe a una riorganizzazione mentale prima ancora

che fisica.

 

Quali abitazioni si cercano?

 

 

Attenzione crescente verso la qualità: nel 2018 solo il 39% del campione strizzava l'occhio a immobili “nuovi o riqualificati”, mentre nel 2019 si è passati al 53% e ora l’asticella è salita addirittura al 61%.

Ora è cambiata la prospettiva. Le caratteristiche dell’appartamento e dell’edificio stanno sullo stesso piano della zona e del quartiere, come importanza. Serve più spazio, sono molto graditi servizi condominiali extra e salgono nel ranking delle priorità tutti gli elementi legati a comfort e salubrità

 

ECOBONUS

Un punto di forza dell’ecobonus è dovuto al fatto che rientra a pieno titolo tra le azioni del

Governo volte a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in corso in piena coerenza con gli

obiettivi e i sub-obiettivi dell’Agenda 2030. Infatti, si persegue l’obiettivo di migliorare le

performance energetiche degli edifici esistenti, responsabili di circa la metà delle emissioni

annue di energia e di gas a effetto serra.

 

Le emissioni sono riducibili, in parte, con gli impianti e le energie rinnovabili e, in parte,

intervenendo sulle superfici opache e trasparenti delle facciate che costituiscono gli involucri

edilizi.

 

1. Gli effetti economici

Occorre rafforzare il ruolo anticongiunturale dell’ecobonus, integrandolo con politiche industriali e incentivi volti a supportare le aziende italiane che operano nei settori dell’energia e sono fornitrici di impianti.

 

2. La qualità architettonica

Gli incentivi fiscali concessi a pioggia non hanno avuto ricadute adeguate sul piano della qualità

architettonica. Sono prevalsi gli interventi polverizzati su singole unità abitative, per lo più

limitati alla sostituzione di caldaie e serramenti. Inoltre, si è ancora in attesa della svolta che

potrebbe dare il cosiddetto bonus facciate, che costituisce uno strumento importante per ridare

qualità architettonica al patrimonio che ne è particolarmente privo.

Gli interventi di retrofit energetico non possono separare le superfici opache da quelle

trasparenti, ma devono avvenire in modo integrato sugli involucri edilizi per migliorare non solo le performance energetiche degli edifici esistenti, ma anche la loro qualità estetica architettonica.

L’ecobonus, insieme al bonus facciate e al bonus ristrutturazioni, deve

perseguire l’obiettivo di riqualificare il patrimonio edilizio che connota le periferie urbane, nelle

quali è maggiore il disagio sociale e abitativo.

 

3. La qualità urbana e territoriale

L’ecobonus deve essere associato a misure che abbiano l’obiettivo di coordinare gli interventi sul piano territoriale, favorendone la concentrazione a livello di distretti e quartieri, così da favorire i processi di sostituzione edilizia rivolti a migliorare gli spazi pubblici aperti

 

 

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